Tutti i popoli sono uguali

Ogni essere umano va rispettato ed ha diritto ad un riconoscimento della sua dignità. Un Stato democratico, un governo della Repubblica, in particolare non può consentire che avvengano delle discriminazioni su questo principio. Per questo veder affidate la gestione dei migranti a delle cooperative i cui manager si rivolgono loro chiamandoli “macachi” fa male e lo fa profondamente. La vicenda che si vede su un video riferito ai rapporti del Cie di Cone è indegna ed inquietante. Il fatto che in Veneto “macaco” si usi per dire “cretino”, come sostiene la difesa della manager indagata, non migliora le cose, affatto. Possiamo accettare, oppure rifiutare i migranti secondo le norme di legge. Non possiamo per alcuna ragione permetterci di insolentirli, meno che mai consentirlo a chi è pagato per occuparsene. Anche a noi piacerebbe a dire con Beppe Grillo che gli italiani sono i migliori al mondo, ma non è purtroppo così. Si annida qualcosa di marcio nella storia e nella cultura italiana che si preferisce rimuovere piuttosto che dover tornarci a fare i conti, Nel secolo scorso i campi di concentramento del maresciallo Graziani in Libia hanno preceduto quelli nazisti e quelli staliniani, e vi sono morti decine di migliaia di indigeni. Gheddafi non smetteva di rinfacciarcelo ad ogni occasione e sapeva che l’ argomento era efficace. Le leggi razziali fatte nel 1938 completano il quadro degli italiani migliori di tutti. Germi simili hanno ammalato per anni il tessuto del nostro Paese ed evidentemente ogni tanto riappaiono perché sono difficili da estirpare. Cullarsi su sentimenti di superiorità nazionale non aiuta e la vicenda di Cone, che non è certo l’unica, lo dimostra. Perché bisogna pur ricordarselo che tutti i popoli, anche quelli africani, sono uguali fra loro nella loro appartenenza al genere umano e non a quello delle scimmie.

Roma, 5 gennaio 2017